Il Mondo che ci sta: le cause dell’ANTHROPOCENE

Breve Storia dell’evoluzione della Civiltà Umana negli ultimi 300 anni

In tutta la sua storia, gli uomini hanno vissuto sempre in comunità aggregate:

l’Uomo è un Animale Politico!”

In maniera analoga, un gran numero di specie viventi mostrano simili comportamenti di vita associata, per esempio, in branchi con un leader o, in comunità più o meno numerose come le formiche, le api, gli uccelli, i pesci, in cui vengono a determinarsi comportamenti coordinati e suddivisioni di ruoli tra gli individui, finalizzati a massimizzare il vantaggio collettivo; le regole organizzative di tali comunità ci appaiono costanti e ripetitive nel tempo per una determinata specie / gruppo.

Nel corso della storia dell’evoluzione della specie umana, invece, fermo restando l’organizzazione in comunità più o meno numerose, le modalità organizzative e le regole di tali gruppi socio-economici sono state molteplici ed ampiamente differenziate nell'arco del tempo e delle aree geografiche.

Poiché lo scopo primario di tali comunità organizzate era la difesa fisica dei suoi membri e dei loro beni, i leader di tali comunità, nella maggior parte dei casi, erano persone che appartenevano a gruppi specifici in grado di offrire a tutta la collettività il presidio armato più forte e più efficace a difesa di pericoli esterni o di altre comunità umane; in virtù di tale capacità, anche nella loro comunità, erano in grado di definire ed imporre regole e leggi che finivano con il privilegiare l’interesse del loro gruppo sociale ed il mantenimento nel tempo di tale posizione dominante.

Nei diecimila anni, della relativamente breve storia della specie umana, si sono evolute, in diverse epoche ed aree del pianeta, civiltà di popolazioni che hanno raggiunto mirabili livelli di sviluppo tecnologico, artistico, culturale e che hanno dominato su vaste estensioni territoriali: la civiltà Assiro – Babilonese, Egiziana, Greco Ellenistica, l’Impero Romano, l’Impero Cinese, l’India, la Maya, l'Atzeca per citare quelle più conosciute. Queste grandi civiltà del passato erano tipicamente fondate su di un Potere Centrale, in cui convergeva la cultura, la ricchezza e la capacità militare della comunità, dal quale si diramava la capacità di difendere, di espandere e di produrre l’alimentazione e le opere pubbliche che rappresentavano il valore della civiltà stessa. Considerazioni particolari andrebbero fatte per la Polis Greca in cui nacque il concetto di Democrazia, ponendosi in maniera strutturata il problema del rapporto tra il potere dei Governanti della comunità e la popolazione che ne faceva parte.

Ognuna di queste ha avuto il suo periodo di fulgore ed è terminata o per la conquista militare da parte di un’altra civiltà coeva più potente o per il venir meno delle capacità che la sostenevano.

Negli ultimi 300 anni, nel continente Europeo e nel Nuovo Mondo, il Continente Americano, si realizza una delle fasi più significative dell’evoluzione della civiltà umana: grandi spazi ed enormi risorse naturali, frutto delle scoperte geografiche, si rendono disponibili alle popolazioni evolute delle nazioni europee; a questa opportunità si unisce, con l’invenzione della Stampa, una crescita esponenziale delle conoscenze dell’umanità, in tutti i campi, scientifico, culturale tecnologico grazie alla possibilità di poter divulgare e confrontale tale sapere in maniera molto più ampia sia come numero di persone che territorialmente. E’ questo il crogiuolo in cui si innesca una fase nuova della crescita culturale, artistica e tecnologica della specie umana e che dà origine alla Prima ed alla Seconda rivoluzione industriale della storia umana e che cambierà completamente il modo di produrre l’esistenza degli uomini.

In questo particolare contesto, sempre nel continente Europeo e nel nuovo Mondo, l’America, vengono a determinarsi nuove relazioni della vita associata e della Politica: al potere centrale delle Monarchie, fino ad allora insediate a capo delle principali nazioni Europee, succede il predominio Politico di una Classe, più ampia, più dinamica e produttiva, quella della Borghesia, attiva da tempo nell’artigianato, nei servizi della pubblica amministrazione, nel commercio, nelle operazioni finanziaria delle prime banche e nelle nascenti imprese industriali.

In virtù di tali capacità e del suo ruolo propulsivo nella crescita della ricchezza nella comunità di appartenenza, a partire dal 1700, la Borghesia ha conquistato, spesso con rivoluzioni armate, come negli Stati Uniti d’America ed in Francia, il predominio nella gestione Politica, propagandando e legittimando tale ruolo con il merito di aver abolito vecchi privilegi, le ingiustizie sociali da parte dei precedenti governi totalitari, restituendo ai cittadini la Libertà di esercitare attività produttive e commerciali, eliminando gran parte dei vincoli e di condizionamenti posti dalle monarchie, conferendo alle persone la libertà di accumulare ricchezza e potere, senza dover riconoscere tributi e vassallaggi alle monarchie o altri potentati, non più capaci di esprimere ruoli propulsivi per le comunità civili su cui estendevano il loro dominio.

A partire dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America e dalla Rivoluzione Francese si afferma il dominio, su un numero sempre più ampio di territori, della Classa Borghese e del suo modello di sviluppo socio-economico Capitalistico.

Il nuovo patto sociale sul quale la classe Borghese - Capitalistica fonda il suo predominio, prevede alla base la Libertà dei Capitalisti di accumulare e far crescere la loro ricchezza, ne consegue una gestione Politica, all’interno dello Stato, orientata a procurarsi alle migliori condizioni le Materie Prime, necessarie alla produzione intensiva delle loro Imprese Industriali, ad accedere e conquistare il controllo di aree geografiche sempre più estese dove poter vendere le loro merci e, necessariamente, a salvaguardare il diritto di poter gestire in autonomia l’occupazione e la remunerazione della Forza lavoro, indispensabile per far produrre beni nelle loro imprese.

Le Forme di Governo, attraverso le quali la Borghesia ha gestito l’organizzazione economico – politica degli stati in cui ha assunto il predominio, sono state varie e differenti: dalla Repubblica Presidenziale degli Stati Uniti d’America, alla Repubblica Parlamentare Francese del dopo rivoluzione del 1789, agli Imperi di Napoleone I e III, alle successive Repubbliche Francesi; ai Governi Totalitari, come quello Nazista di Hitler in Germania (1933 – 1945), Fascista di Mussolini in Italia (1922 – 1945), ma anche le dittature fasciste di Franco in Spagna (1939 – 1975), di Salazar in Portogallo (1926 – 1974), dei Colonnelli in Gracia (1967 – 1974), del Cile di Pinochet (1973 – 1990).

Dopo la seconda Guerra Mondiale, Il Sistema Politico ottimale e preferenziale, attraverso il quale la Classe Borghese riesce ad ottenere la garanzia e la gestione ottimale dei propri interessi all’interno delle comunità socio -.economiche “ad avanzato livello di Sviluppo è certamente quello delle così dette delle Repubbliche Democratiche Parlamentari.

In tali contesti i Partiti Politici, che rappresentano un’ampia gamma di ideologie e di gruppi sociali: Borghese Liberale, socialiste, comuniste, ecc.. designano le liste di persone da eleggere alle diverse cariche di Responsabilità Politica nel corso delle pubbliche elezioni.

Fermo restando il diretto sostegno ai partiti politici di matrice Borghese -Liberale, grazie al suo potere economico e finanziario, alla Borghesia Capitalistica, non risulta difficile condizionare l’intera classe politica, con prebende ed elargizioni, in maniera da evitare sistematicamente la definizione di leggi e normative che effettivamente penalizzino la sua libertà di agire, nell’ambito dello Stato, o penalizzino i propri interessi economici fondamentali.

Proviamo a ripercorrere alcune situazioni storiche emblematiche dell’ascesa della Classe Borghese e del suo predominio politico in vari stati del mondo: iniziamo dal roboante proclama di Thomas Jefferson il 4 luglio del 1776, con il quale le Colonie Americane dichiaravano la loro indipendenza dal regno Britannico in nome degli “inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”, esprimendo la nuova speranza di vita e di riscatto di masse di cittadini disperati, diseredati, fuggiti dell’Inghilterra e da altri stati europei nei territori, svelati dalle nuove scoperte geografiche, dove li avevano indirizzati l’Inghilterra e numerose altre nazioni europee per attenuare le tensioni sociali ed i tumulti frutto dell’insostenibile degrado in cui masse, sempre più ampie di lavoratori proletari si trovarono relegati, negli anni della prima rivoluzione industriale delle macchine a vapore.

Questa inalienabile dichiarazione di Fede e di Impegno, a salvaguardia dei Diritti Naturali degli Uomini, purtroppo non ha sorretto ed animato la popolazione e lo Stato Americano, nella più tragica ed estesa epurazione etnica che, le stesse persone che volevano liberarsi dal regime opprimente della monarchia Inglese, grazie alla soverchiante potenza militare dei loro fucili e dei loro cannoni contro le frecce e le lance degli indigeni, hanno realizzato, sterminando e deportando la popolazione nativa dei territori americani, proseguendo negli eccidi perpetrati dalle Monarchie Europee nella conquista delle colonie nelle terre del nuovo continente americano.

Messo sotto i piedi il Diritto all’autodeterminazione dei popoli, degli indigeni americani, legittimi proprietari del territorio americano e delle ricchezze che in esso si trovavano, la nascita degli Stati Uniti d’America avviene, dunque, grazie alla più vasta epurazione etnica ed al più ampio massacro della popolazione nativa sul territorio americano, che la storia abbia ad oggi conosciuto.

I nuovi abitanti degli Stati Uniti d’America, nell’autorità di tale governo, si trovano così padroni di un enormi distese di terre e delle relative potenziali ricchezze: in primo luogo di quelle agricole che la coltivazione di tali campi poteva loro fornire! Ma non c’era mano d’opera sufficiente per rendere produttive tali grandi distese per cui, dalla metà del 1700 al 1865, oltre 4.000.000 di schiavi, rapiti dal continente africano e deportati in America, furono impiegati dai capitalisti americani, in condizioni di sfruttamento, degrado umano e civile tra le più tragiche e crudeli di qualsiasi altra epoca della storia dell’umanità.

E’ così che decolla rapidamente l’economia della Borghesia Capitalistica degli Stati Uniti d’America, sostenendo su tali basi l’ulteriore sviluppo economico degli USA nella seconda rivoluzione industriale e creando le premesse della leadership planetario di tale paese nel XX secolo.

Fin dalla sua ascesa, la Borghesia Capitalistica non ha mai dato prova di voler subordinare la loro libera iniziativa ad accumulare denaro, ricchezza e potere ad alcun principio etico, nonostante le roboanti dichiarazioni dei Diritti Naturali degli Uomini o le parole d’ordine della Rivoluzione Francese, “Libertée, Egalitèe, Fraternitèe”! In realtà, questi proclami fanno parte della propaganda politica della Classe Borghese per avere al loro fianco, nella lotta contro le vecchie monarchie, il consenso di altre classi sociali, nella prima fase di conquista del potere e, successivamente, nella gestione del potere politico.

Tali proclami e la costruzione, da parte dei Partiti Politici, che rappresentano gli interessi della Borghesia, delle Ideologie Libertarie e assertrici del Libero Mercato, come principio socio economico per sostenere la crescita del benessere dei cittadini delle nazioni, fa parte della propaganda e della mistificazione delle informazioni per gestire il consenso ed ottenere la maggioranza dei voti nel Teatrino Politico della Pseudo-democrazia delegata di fatto a sostenere gli interessi della Borghesia nelle Nazioni sotto il loro controllo.

A dimostrazione di ciò, le atrocità verso gli indigeni americani e quelle nei confronti degli schiavi, che hanno segnato la nascita degli USA, vere e documentate, non hanno minimamente scalfito l’emblema ed il prestigio degli USA che continua a presentarsi al mondo come paladino della democrazia e della libertà, grazie ad una enorme e sistematica attività di mistificazione della narrazione degli eventi e della storia di tale periodo, che ha presentato sistematicamente i nativi americani come selvaggi feroci che attaccavano ed ammazzavano i coloni europei dediti alla civilizzazione di quelle terre, alla creazione delle loro nuove fattorie, riscatto delle sofferenze di quelle famiglie di emigrati e nuova speranza di ricchezza e benessere.

Anche la tragica storia dello sfruttamento degli schiavi africani ha trovato la sua catarsi nella guerra Civile Americana e nella celebrazione di Abramo Lincon, che non ha esitato ad affrontare una sanguinosa guerra civile ed a sacrificare la sua stessa vita, pur di abolire la tragedia della schiavitù dei negri di America!

Analogamente in Europa, la Rivoluzione francese, ha decapitato la monarchia dei Borboni, al suono della Marsigliese e raccogliendo un ampio consenso non solo della borghesia ma anche da ampi strati del popolo e del proletariato sulla scia delle sue parole d’ordine: Libertée, Egalitée, Fraternitée! Anche in questo caso di egalitée e fraternitée se ne è vista ben poca, la popolazione francese e quella degli altri stati europei ben presto si sono trovate coinvolte in sanguinose guerre, la 1° e la 2° guerra mondiale, per risolvere i conflitti della borghesia capitalista, al potere nelle diverse nazioni europee, per assicurarsi il predominio del rifornimento di materie prime strategiche ed il controllo dei mercati dove vendere i loro prodotti.

1. Lo sviluppo dell’economia capitalistica ed il progresso della società civile.

La fortuna aiuta gli Audaci: dopo la 1° rivoluzione industriale, in Europa ed in America, nei decenni a cavallo del XIX e XX secolo si determina una 2° rivoluzione industriale, le cui nuove scoperte tecnologiche, unite alla spregiudicatezza e alla capacità imprenditoriale della Borghesia Capitalistica americana, confluiscono insieme a realizzare un processo di sviluppo economico, di accumulazione di ricchezza nonché di straordinaria modifica delle condizioni e dei modi di vivere della specie umana, che non ha eguali nella storia.

Nasce negli USA, nella prima metà del XX secolo un Nuovo Stile di Vita che diventa in breve il riferimento da imitare nelle nazioni avanzate della vecchia Europa ma anche la strada del progresso per miliardi di persone che vivono nei così detti paesi in via di sviluppo.

Questo stesso stile di vita, definibile come Modello Consumistico, nonostante le disastrose catastrofi della 1° e della 2° guerra mondiale, è quello che la Borghesia Capitalistica ha continuato a proporre alle popolazioni di tutto il pianeta, nelle evoluzioni successive della 3° e della 4° rivoluzione industriale e che, in quanto tale, garantisce il suo predominio economico, sociale e Politico!

Torniamo ai fatti del 1900 negli USA: la nascente industria americana ha potuto usufruire della invenzione delle Macchine a Vapore che hanno dato il via, dal 1700, al primo utilizzo su larga scala di energia meccanica, prodotta dall’uomo dove e quando ne aveva necessità; il primo grande passo dell’umanità dopo il FUOCO che Prometeo ha regalato alla Specie Umana.

Con un combustibile, disponibile a basso costo, il carbone e la forza del vapor d’acqua surriscaldato, treni e navi, mossi da macchine a vapore, hanno rivoluzionato il mondo della mobilità delle persone e dei trasporti delle merci su medie e lunghe distanze. La forza dei cavalli e l’energia del vento dei bastimenti a vela ha ceduto il passo ad una rete ferroviaria estesa in tutte le aree del pianeta avanzate ed a una produzione di treni e navi a vapore che hanno solcato le terre, i mari ed i fiumi del mondo.

L’ampliamento degli scambi commerciali e la disponibilità incondizionata dell’energia delle macchine a vapore contribuiscono a rinnovare profondamente tutti i settori della produzione industriale, a partire da quello dell’industria pesante delle miniere di carbone e della produzione dell’acciaio a seguire quelli di una larga scala di prodotti, come quelli dell’industria tessile.

L’ulteriore evoluzione delle conoscenze e delle tecnologie, nel corso del XIX secolo continua ad alimentare il progresso industriale, a partire ancora dalla siderurgia, migliorandone la produttività, la qualità dell’acciaio e riducendone i costi; su tali basi corre lo sviluppo del settore ferroviario, dei trasporti e quello delle costruzioni, in cui nasce la tecnologia del Cemento Armato, aggiungendo la robustezza di tondini di ferro annegati nel cemento, grazie ai quali nascono i primi grattacieli.

Nel corso del 1800 cominciano ad evolvere le conoscenze sull'elettricità, che dà origine all'invenzione del telegrafo come prima applicazione nel settore della comunicazione, nascono le invenzioni della dinamo di Pacinotti, di Edison della luce elettrica, di Meucci e Bell del telefono, sino alle onde radio di Marconi.

Grazie all'incredibile evoluzione delle conoscenze della fisica della materia e dei fenomeni elettrici, si affermò un’altra fondamentale invenzione: la produzione e la distribuzione su larga scala della Energia Elettrica, con le invenzioni di due grandi scienziati Thomas Edison e Nicola Tesla, le cui scoperte e relativi brevetti trovarono l’immediato consenso e la disponibilità di capitali per la nascita dei due primi grandi colossi di impresa in questo settore la General Electric e la Westighouse; in Europa le stesse tecnologie determinarono la nascita della Siemens.

Il primo caposaldo della 2° rivoluzione industriale fu, quindi, la scoperta dell’energia elettrica, la sua produzione su larga scala, la distribuzione capillare, il contatore, per ogni casa, che ne quantizzava il consumo e determinava l’importo da pagare alle imprese elettriche che fornivano tale energia nelle case degli Americani.

Questa innovazione ha segnato una svolta radicale nelle condizioni di vita di tutta l’umanità, il passaggio dell’umanità dal buio alla luce: l’energia elettrica porta l’illuminazione in tutte le case, nelle fabbriche, nelle città; nello stesso tempo, con la disponibilità di energia elettrica, grazie alle pompe mosse da un motore elettrico, anche la distribuzione dell’acqua può entrare in tutte le case così, pure, una infinita gamma di elettrodomestici e di altri sistemi meccanici ad uso familiare ed industriale.

Ma c’è ancora una nuova scoperta tecnologica che viene ad essere perfezionata nella seconda metà del 1800, quella del motore a combustione interna: nel 1854, l’ingegnere Eugenio Borsanti e il fisico Felice Matteucci, brevettarono e costruirono il primo motore a combustione interna della storia, successivamente nel 1860, il francese Lenoir, realizzò la prima consistente produzione industriale di motori a scoppio per accoppiarli alle pompe di drenaggio dell’acqua nelle miniere. Nel1886 Karl Benz ha progettato e costruito un nuovo motore 4 tempi che ha utilizzato per la sua automobile che divenne la prima prodotta in serie, alimentata a Benz..ina, un combustibile ottenuto dalla distillazione del Petrolio!

Questi nuovi motori, alimentati con combustibili liquidi, sono molto più performanti di qualsiasi motore esistente a quei tempi, sono leggeri ed affidabili e con una tanica di combustibile hanno un lungo autonomia.

Ma è l’imprenditore Americano Henry Ford che, il 16 giugno del 1903, fonda a Detroit la Ford Motor Company con un capitale iniziale irrisorio, soli 28.000 dollari (meno di 300.000 euro) suo e di altri soci, con la sorprendente determinazione imprenditoriale di produrre e vendere una Automobile ad ogni americano!

Oltre che da un’indomabile determinazione, Henry Ford mette a punto nella sua fabbrica un sistema di produzione completamente innovativo, la Catena di Montaggio grazie al quale può contare su un efficienza produttiva molto più elevata rispetto alle fabbriche tradizionali, riducendo significativamente il costo di produzione delle sue auto.

Il 1° ottobre 1908 il sogno di Henry Ford si realizza: nasce il Modello T, soprannominato da milioni di americani “Lizzie” è un’automobile semplice nel funzionamento e brillante nelle prestazioni, che raggiunge nella primavera del 1927 i 15,5 milioni di unità vendute.

L’indispensabile corollario, per la diffusione su larga scala delle automobili della Ford, viene completato con la scoperta e l’utilizzo industriale del Petrolio, “Olio di Pietra”.

Conosciuto sin dall'antichità ma utilizzato, per millenni, in maniera limitata per produrre medicamenti o come lubrificante, nel 1853, un imprenditore americano, George Bissell decise di iniziare un progetto di sfruttamento sistematico di tale materiale come combustibile per le lampade dell’illuminazione delle città in sostituzione del più costoso gas illuminante.

Un altro geniale ed intraprendente imprenditore americano, John Davison Rockefeller intuì le enormi opportunità del mercato del Petrolio e nel 1870 cominciò ad organizzare la sua impresa, la Standard Oil, per detenere il monopolio assoluto dell’estrazione e della commercializzazione del petrolio negli USA, cosa che gli riuscì perfettamente cosicché nel 1911 la Corte suprema degli Stati Uniti sancì l'illegalità del monopolio di Rockefeller − che controllava il 64% del mercato – costringendo la Standard Oil a frazionarsi in diverse compagnie:

  • Continental Oil (poi ribattezzata Conoco);

  • Standard of Indiana (poi ribattezzata Amoco);

  • Standard of California (poi ribattezzata Chevron);

  • Standard of New Jersey (poi ribattezzata Esso e successivamente Exxon);

  • Standard of New York (poi ribattezzata Mobil).

J.D. Rockfeller sarebbe diventato il primo americano a raggiungere un patrimonio di oltre un miliardo di Dollari.

Per amor di cronaca, l’ultima frontiera dei sogni dell’umanità si infranse nel1903, quando i Fratelli Wright fecero volare il primo velivolo a motore: iniziava l’era del trasporto aereo!

Queste straordinarie scoperte, avvenute all'incirca 100 anni fa, hanno sostanzialmente modificato la storia dell’umanità, grazie anche particolari condizioni che si sono verificate negli Stati Uniti d’America nei primi due decenni del XX secolo, dando luogo, in tale paese, ad uno dei periodi di maggior sviluppo economico e di benessere sociale della storia, che è andato sotto il nome dei Ruggenti Anni ’20.

Il Capitalismo del 1900, fin dai primi decenni del secolo, si configurava negli USA con le tecnologie e le imprese che realizzavano prodotti e servizi per un modo di vivere dell’Umanità completamente nuovo e definivano l’assetto del potere della Borghesia Capitalistica che sarebbe rimasto immutato sino ai giorni nostri, affidando al Petrolio ed all'Industria Automobilistica dei motori a scoppio un ruolo cardine, quello di monopoli inespugnabili in grado di generare volumi enormi di profitti, grazie ai quali poter dominare qualsiasi altro settore di business e correre, senza alcun problema, ogni altro rischio di impresa, a riparo degli enormi profitti di questi due settori industriali.

Infatti, a partire dai primi decenni del 1900, sino ai giorni nostri, il settore dell’Estrazione del Petrolio e quello della Produzione di auto sono sempre stati tra quelli con i maggiori fatturati e profitti. Questi sono i dati attuali forniti da www.ibisworld.com:

E’ del tutto comprensibile come i settori dei fondi pensioni e dell’assicurazione sulla vita, dell’assistenza sanitaria consentano di raccogliere grandi quantità di denaro, visto che rappresentano la garanzia della buona salute delle persone, continuità della vita al termine del loro ciclo di lavoro o la possibilità di sopravvivenza di una famiglia in caso di morte incidentale del capofamiglia, gli istituti che gestiscono tale business sono i grandi Istituti Finanziari (banche e/o assicurazioni) o direttamente Enti Statali.

Nello stesso modo la produzione e la vendita delle abitazioni si capisce che sia direttamente legata alla crescita demografica dei vari paesi ed al miglioramento delle condizioni economiche; l’attività delle banche commerciali è un diretto corollario della vita economica nelle nazioni avanzate o in via di sviluppo; il grande sviluppo dei sistemi di trasporto ed il naturale desiderio di conoscere degli uomini spiegano la dimensione del business del turismo.

La presenza costante, dagli inizi del 1900 sino ai giorni d’oggi, nei primi 10 settori di business del pianeta, della Produzione e vendita del Petrolio e della Produzione e vendita di automobili, come prodotti ad uso di consumo individuale, meritano, invece delle riflessioni specifiche:

  1. La mobilità delle persone su brevi distanze, nelle città, per le attività quotidiane, si presta molto più ad essere risolta come servizio di trasporto, con sistemi rapidi e ben distribuiti di metropolitane, oppure a bus collettivi per i tragitti da casa al lavoro oppure da casa alle scuole, piuttosto che con il possesso di un mezzo di trasporto personale;

  2. La tecnologia delle auto con motori a combustione interna alimentati con derivati del petrolio, pur risultando funzionale, ha dei livelli di efficienza bassissimi e contribuisce a generare drammatici problemi ambientali, sia per la purezza dell’aria nelle città che per le grandi quantità di CO2 riversate nell’atmosfera rischiano sempre più di sconvolgere l’equilibrio climatico: negli ultimi 120 anni non c’è stata alcuna innovazione tecnologica che abbia rinnovato sostanzialmente tale settore!

  3. Da oltre 120 anni, la folgorante evoluzione tecnologica della fine del 1800 e gli inizi del 1900, sembra aver avuto una strana battuta d’arresto, per quanto riguarda la ricerca e l’uso diffuso di nuove fonti energetiche, con impatto ambientale ridotto e livelli di efficienza più elevati;

  4. L’altro dato di fatto che caratterizza il settore del Petrolio e quello delle automobili è l’esistenza di inespugnabili monopoli che ripartiscono gli enormi proventi di queste attività industriali a poche decine di Imprese Monopolistiche, in molti casi, strettamente compenetrati con le Istituzioni Governative dei paesi in cui tali imprese svolgono le loro attività;

Biggest companies in the Global Oil & Gas Exploration & industry

The companies holding the largest market share in the Global Oil & Gas Exploration & Production industry include:

  1. Saudi Arabian Oil Company

  2. National Iranian Oil Company

  3. PetroChina Company Limited

  4. Exxon Mobil Corporation

  5. Public Joint Stock Company Gazprom

Biggest companies in the Global Car & Automobile Manufacturing industry

The companies holding the largest market share in the Global Car & Automobile Manufacturing industry include:

  1. Volkswagen AG

  2. Toyota Motor Corporation

  3. Ford Motor Company

  4. General Motors Company

  5. Daimler AG

  6. Fiat Chrysler Automobiles NV

5. La persistenza di tali attività industriali da oltre 100 anni al top dei settori di produzione industriale, per i titolari di tali imprese, rappresenta quello che nei manuali di economia di impresa, si definisce come Cash cow product, è un termine di etimo scherzoso: ricorda più o meno l'italiano “vacca da mungere” ed indica una serie di transazioni assai lucrative. Si tratta di un'area strategica di affari che porta a elevati flussi di cassa (cash flow), ottenuti al prezzo di pochi investimenti in nuove tecnologie e con un alto margine di profitto.

Queste sono le informazioni relative ai cambiamenti fondamentali, che si sono verificati a partire dal XX secolo, che hanno sostanzialmente modificato la storia della civiltà umana ed il modo di vivere dell’umanità, esse costituiscono l’indispensabile presupposto per interpretare gli avvenimenti che sono seguiti nel corso del XX secolo sino ai giorni nostri.

Certamente il predominio della Borghesia al vertice delle principali Nazioni sviluppate ed il sistema capitalistico in questi stessi paesi ha segnato una fase di grande dinamicità economica e di rapido sviluppo della crescita in tali paesi ma, è un dato di fatto, che tra centinaia di migliaia di imprese capitalistiche e di imprenditori della borghesia, almeno una trentina di imprese con i rispettivi titolari, quelli che hanno avuto il monopolio dell’industria petrolifera e quelli che hanno prodotto la gran parte delle automobili per uso privato, ogni anno, per oltre cento anni, hanno realizzato un enorme giro d’affari con altrettanti stratosferici profitti.

Queste gruppi industriali hanno gestito con le loro decisioni il settore energetico e quello delle auto ma è ragionevole ipotizzare che abbiano avuto nel settore delle banche e della finanza ruoli altrettanto significativi, vista l’entità dei capitali in loro possesso. Quale sia stato il loro ruolo diretto nel determinare o condizionare gli eventi e le decisioni che hanno caratterizzato la storia degli ultimi 100 anni, si può sapere dall'analisi dei documenti conosciuti e dei resoconti storici accertati, in mancanza di tali certezze, ognuno può azzardare le ipotesi che ritiene più plausibili.

2. Lo sviluppo Capitalistica in Europa nel XX secolo.

Dopo avere analizzato la storia negli USA nei primi decenni del XX secolo, è indispensabile analizzare avvenimenti altrettanto importanti avvenuti in Europa e nel resto del mondo nei primi 50 anni del XX secolo per comprendere le dinamiche dello sviluppo della società borghese – capitalista e le particolarità che essa imprime nel processo di evoluzione nelle comunità socio-economiche in cui gestisce il potere politico.

Negli ultimi decenni del XIX secolo e ad inizio del XX secolo, nelle principali Nazioni europee anche se alcune sono formalmente governate da Monarchie ereditarie, di fatto in tutti gli stati erano diventate di tipo Costituzionale, con potere legislativo affidato ad un parlamento eletto dai cittadini ed un potere Politico sostanzialmente gestito dalla Borghesia Capitalista di tali stati.

In America, lo sviluppo capitalistico degli USA è avvenuto in condizioni del tutto differenti a quelle esistenti nella vecchia Europa: in tale continente l’evoluzione scientifica e tecnologica del XIX secolo e dell’inizio del XX aveva promosso una grande evoluzione delle imprese industriali, sempre nei settori della Siderurgia, dei trasporti, della meccanizzazione delle produzioni industriali, nella produzione di autoveicoli, nel nascente settore elettrico, ma anche nella innovazione e nello sviluppo dell’industria bellica.

Tali opportunità di sviluppo e di crescita generarono un clima sempre più spinto di competizione e di conflitto tra le Borghesie delle varie nazioni europee per la conquista di territori coloniali da cui poter attingere in regime preferenziale delle risorse, delle materie prime, per esempio, dei giacimenti di petrolio, per alimentare la crescita della borghesia della madre Patria, nonché per assicurarsi l’accesso ad aree di mercato sempre più ampie a condizioni di favore.

La necessità di sostenere lo sviluppo economico della Borghesia Capitalistica, all'interno di ogni stato, generarono nella maggior parte delle Nazioni Europee un clima politico nazionalistico, che automaticamente tendeva ad alimentare nell'opinione pubblica sentimenti di orgoglio nazionale, preludio delle guerre che sarebbero insorte tra i vari stati europei: in particolare la nascita dell’Impero Germanico nel 1971 andò a creare forti perturbazioni all'egemonia Inglese, sia nel settore industriale che nel controllo delle colonie dove da secoli aveva esteso un impero di grandi dimensioni. Allo stesso modo, la sconfitta della Francia e l’acquisizione della Germania dei bacini minerari dell’Alsazia e della Lorena segnarono la nascita del nuovo Impero Germanico nel 1971 in un’atmosfera di pesante contrasto con questo paese.

Di fatto, l’unificazione in Europa dei 25 stati sovrani esistenti in Germania in un unico Impero confederato sotto l’egemonia della Prussia e diretti dalla sapiente azione politica del cancelliere Otto Von Bismarck generarono un crogiolo altamente efficace per la crescita della Borghesia Capitalista tedesca: forti progressi avvennero a partire dal settore agrario, l'industria tessile e metallurgica tedesca sorpassarono i concorrenti britannici per organizzazione ed efficienza tecnica e già all'inizio della Guerra Franco-Prussiana avevano espulso i prodotti britannici dal mercato tedesco. Entro la fine del secolo, le industrie metallurgiche e dell'ingegneria tedesche sopravanzarono nel mercato internazionale gli scambi della Gran Bretagna.

Allo stesso tempo, la mente fondatrice dell’Impero Tedesco, Otto Von Bismarck, diede impulso alla Politica Militarista. Per unire le classi più alte – sia l'aristocrazia militare sia gli industriali –, il militarismo si rivelò necessario per proseguire la modernizzazione senza cambiare le strutture socio-politiche, ognuna delle élites della coalizione governante del Secondo Reich trovò dei vantaggi nell'espansione oltremare: i gruppi industriali volevano il supporto imperiale per assicurare gli investimenti oltremare contro la competizione e le tensioni politiche interne; i burocrati volevano più possibilità d'impiego, gli ufficiali volevano promozioni e la nobiltà terriera voleva titoli.

Così, Bismarck, un tempo apertamente disinteressato all'avventurismo d'oltremare, venne portato a realizzare il valore delle colonie per assicurarsi (nelle sue parole) "nuovi mercati per l'industria tedesca, l'espansione dei commerci, e nuovi campi per l'attività, la civiltà e il capitale tedesco".

Animate dal comune interesse di conquistare nuove terre al di fuori dell’Europa e di estendere il loro predominio all'interno di essa, nei Balcani, Germania, Italia e Impero Austro Ungarico nel 1882 firmarono un patto di alleanza, la Triplice Alleanza, a cui si contrappose nel 1907 la Triplice Intesa firmata dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Russia.

2.1 – La 1° Guerra Mondiale.

L’evoluzione della situazione socio-economica nei vari stati europei, la potente dinamica delle nuove scoperte e delle nuove tecnologie che creava enormi prospettive di crescita e di arricchimento anche per la Borghesia Europea, la competizione tra le economie delle diverse nazioni diede origine alla 1° Grande Guerra Mondiale.

La Borghesia Capitalista europea non era meno esperta e meno dinamica di quella degli USA, la spinta alla crescita nell'ambito della propria Nazione crea una competizione sempre più forte tra gli interessi della Borghesia dei vari stati nazionali ed il contrasto, piuttosto che una pacifica negoziazione dei conflitti, diventa sempre più aspro ed intenso sino al verificarsi di un episodio scatenante che diede origine al primo disastroso conflitto mondiale della Storia.

La causa fu l’assassinio, a Sarajevo, per mano di un’organizzazione patriottica e nazionalista serba, dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono austro-ungarico (28 giugno 1914). Dopo l’attentato, l’Austria-Ungheria, ottenuta mano libera dalla Germania, lanciò un ultimatum (23 luglio 1914) alla Serbia, ritenendola corresponsabile; mentre le cancellerie europee, specie il ministro degli Esteri britannico E. Grey, si impegnavano per trovare una soluzione pacifica, il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. La catena delle alleanze fece precipitare la situazione: la Russia rispose con una mobilitazione generale, la Germania dichiarò guerra alla Russia (1° agosto), poi alla Francia (3 agosto), quindi violò la neutralità di Lussemburgo e Belgio(1-4 agosto); questo atto di forza decise l’ingresso in guerra della Gran Bretagna contro la Germania. Poche settimane dopo (23 agosto) anche il Giappone entrò nel conflitto, in quanto alleato della Gran Bretagna; Francia, Gran Bretagna e Russia sanzionarono con il Patto di Londra (4 settembre 1914) una vera e propria alleanza. La Turchia, timorosa della Russia e legata alla Germania, decretò la chiusura degli stretti (29 settembre) alla navigazione commerciale e si unì (12 novembre) agli Imperi centrali. Il Portogallo si schierò a fianco dell’Intesa.

L’Italia, in virtù del carattere difensivo della Triplice Alleanza, non scende in guerra al fianco delle potenze centrali e rimane inizialmente neutrale, successivamente, con l’impegno ad ottenere concessioni territoriali, firma Patto segreto di Londra del 26 aprile 1915, con cui l’Italia si impegnò ad aprire le ostilità contro l’Austria entro 30 giorni dalla firma del protocollo, così il 3 maggio 1915 l’Italia denuncia il patto della Triplice alleanza e dichiara guerra all'Austria il 24 maggio 1915, schierandosi con Francia ed Inghilterra.

La 1° Guerra Mondiale si svolse dal luglio del 1914 a novembre del 1918, coinvolse in una tragica carneficina ed in drammatiche distruzioni la maggior parte degli Stati del pianeta: 9 milioni di soldati morti, circa 7 milioni di vittime tra la popolazione civile, altri 20 milioni di persone mutilate o ferite; a questa carneficina si aggiunsero, tra il 1918 ed il 1919, circa altri 30 milioni di vittime della pandemia virale che prese il nome di spagnola.

Oltre al gran numero di soldati coinvolti nel conflitto, le grandi scoperte tecnologiche e l’evoluzione industriale, che caratterizzarono quest’epoca, ebbero un ruolo fondamentale nel determinare un numero così alto di vittime. Nuovi micidiali armamenti vennero usati per la prima volta nella grande guerra:

  • cannoni con gittata di oltre 100 Km con proiettili di parecchie centinaia di chili,

  • le mitragliatrici con potenzialità fino a 300 colpi al min. ebbero sempre la meglio negli scontri sui campi della guerra di trincea falciando migliaia di soldati che opponevano il loro petto ed il loro ardimento alla gragnuola micidiale di colpi.

  • gli aeroplani, inizialmente usati come ricognitori per organizzare le strategie degli attacchi delle truppe e dell’artiglieria, successivamente come bombardieri e come caccia, per intercettare gli assalti degli aerei nemici, centinaia di arerei con prestazioni sempre più evolute ed armate di mitragliatrici furono usati e famose furono le gesta dei loro piloti, gli assi, come il pilota tedesco Manfred von Richtofen, soprannominato il Barone Rosso che abbatte oltre 80 caccia nemici prima di soccombere a sua volta.

  • I Carri Armati, gli inglesi provarono a studiare una nuova arma che potesse dare consistenti vantaggi nella straziante staticità della guerra di trincea che caratterizzò per lunghi anni questo conflitto, per la prima volta Il 6 Gennaio 1916 mosse i suoi primi passi il primo mezzo corazzato cingolato della Storia: il Big Mother, veicolo romboidale dotato di un cannone da 57 mm. e/o di una mitragliatrice, protetto da lamiere spesse 10 mm. In pochi mesi, superati con successo i test iniziali, ne furono prodotti più di 100 esemplari. Nel Settembre 1916 i carri armati (o "navi da terra", in quanto realizzati e prodotti dalla Marina seguendo precisi criteri navali) furono impiegati per la prima volta sul campo di battaglia durante l'offensiva della Somme. Rapidamente migliorati, in base alle esperienze sul campo, nel giro di un anno venne realizzato il Mark IV, velocissimo (poteva raggiungere i 13 Km/h - per l'epoca, una velocità straordinaria) dotato di un cannone da 75 mm. e di almeno quattro mitragliatrici. Anche i tedeschi, dopo la prima sorpresa progettarono e costruirono mezzi analoghi, ma probabilmente proprio la superiorità inglese di tale poderosa arma contribuì a decidere le sorti della guerra in favore delle potenze dell’Intesa:

  • I Sommergibili - costruiti alla fine del 1800, in particolar modo la Germania si impegnò a sviluppare tale tipo di nave da guerra per contrastare la supremazia navale inglese sul mare. Tra i sommergibili divenuti famosi durante il conflitto c'è sicuramente l'U-35, che sotto il comando dei suoi quattro comandanti (Waldemar Kophamel, Ernst von Voigt, Haino von Hamburg e Lothar von Arnauld de la Perière) affondò complessivamente nel corso del conflitto 224 mercantili.

    • Complessivamente la classe della quale faceva parte l'U-35, che era nota come Classe U-31, all'epoca era composta da 11 battelli, affondò durante l'intero conflitto oltre 1.917.146 tonnellate di Stazza Lorda di mercantili nemici.

    • L'affondamento del transatlantico britannico Lusitania, carico di civili statunitensi, da parte di un sommergibile tedesco, fu ritenuto il casus belli per l'entrata in guerra degli Stati Uniti, che, insieme alla perdita di numerosi altri convogli di navi civili da rifornimento, convinse il presidente Wilson e l’opinione pubblica americana ad entrare in guerra il 6 aprile del 1917.

Tra settembre e dicembre del 1918 tutte le potenze della triplice alleanza firmarono la resa, sottoscrivendo la loro sconfitta: l’enorme numero di morti, le distruzioni provocate dalla guerra, la situazione di misera e di degrado civile che ne consegue, in tutti i paesi teatro del conflitto, furono la tangibile testimonianza della incapacità congenita della borghesia capitalista di affrontare la competizione ed il contrasto che sorge inevitabilmente tra le imprese, che crescono assumendo dimensioni e prospettive di mercato globale, in termini di accordi pacifici e di reciproca integrazione e collaborazione.

La vecchia Europa uscì sconvolta dal conflitto mondiale:

  • La Germania, dopo l’abdicazione dell’imperatore Guglielmo II, divenne una Repubblica parlamentare, perse le colonie, la flotta militare e mercantile e alcuni distretti minerari; le fu imposto l’obbligo delle riparazioni, un pesantissimo onere finanziario che doveva sostenere per risarcire le nazioni vincitrici dei danni della guerra, e il divieto di tenere un esercito superiore a 100.000 uomini.

  • L’Impero Austro Ungarico scomparve e si trasformò in repubblica Austriaca e nei nuovi stati di Ungheria, Cecoslovacchia, Iugoslavia, Polonia, Albania; Bulgaria e Romania;

  • L’impero Russo cadde disgregato dalla Rivoluzione Comunista di ottobre 1917, nacquero i nuovi stati di Finlandia, Lituania, Estonia. Con la Fondazione della Internazionale Comunista, sorta per estendere la Rivoluzione proletaria nel Mondo, un nuovo terribile spettro cominciò ad aggirarsi per l’Europa, aggravando le già drammatiche vicende delle Borghesie Capitaliste nel dopoguerra;

  • L’Impero Turco si smembrò e dopo qualche anno, con la Guerra di indipendenza Turca, si formò la Repubblica Turca.

  • L’Italia, la Francia, l’Inghilterra acquisirono i vantaggi territoriali che avevano desiderato e beneficiarono delle colonie delle Nazioni sconfitte;

  • La parte più umiliante per la Germania sconfitta fu probabilmente costituita dall’Articolo 231, conosciuto come “clausola di colpevolezza”, che obbligava la nazione tedesca ad assumersi la totale responsabilità dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Di conseguenza, la Germania diventava anche responsabile di tutti i danni materiali causati dal conflitto, per i quali George Clemenceau, il primo ministro francese, pretese che si stabilissero enormi somme di risarcimento, nonostante fosse evidente che la Germania e gli altri paesi sconfitti non sarebbero stati in grado di pagare un debito tanto imponente;

  • Gli Stati Uniti uscirono dal loro isolamento continentale e diventarono protagonisti della politica e dell’economia del mondo uscito dalla 1° guerra mondiale, sostenendo, per esempio, con una gran mole di prestiti la Germania per potersi ricostruire nonostante le distruzioni e le sanzioni che dovette subire. Fallì, invece, il tentativo della Società delle Nazioni, voluta dal Presidente Wilson ed istituita nel 1919, di costruire un organismo per regolare pacificamente il sistema dei rapporti internazionali.

Ai problemi oggettivi del dopoguerra, connessi al venir meno del controllo sociale e alle difficili riconversioni delle economie di guerra, si aggiunsero nella gran parte delle nazioni europee le rivendicazioni del movimento operaio (che assunsero ampiezza e radicalità inedite), quelle degli ex combattenti, dei partiti e dei movimenti contadini (soprattutto in Europa orientale), i movimenti delle donne (che avevano diffusamente sostituito alla produzione gli uomini mobilitati), quelli delle nuove formazioni politiche.

In vari paesi, tra i quali l’Italia e la Germania, l’esplosione dei movimenti di massa segnò la fine del regime liberale e l'instaurazione di regimi totalitari, il fascismo di Benito Mussolini ed il nazismo di Hitler, con il beneplacito delle Borghesie nazionali.

Ma il nuovo nemico della Borghesia Capitalistica, nato dalle ceneri della 1° Guerra Mondiale, si materializza nello Stato Comunista Sovietico, che nel 1917 si sostituì all'impero degli Zar portando al potere continente Sovietico la Classe Proletaria che, come avevano previsto gli studi filosofici, storici ed economici dell'Intelligentia Europea, culminati nelle teorie del Comunismo di Marx, Engels, si materializza nello Stato Sovietico come antagonista Sistemica del potere della Borghesia Capitalista ed impegnata costantemente con la sua Internazionale Comunista in questa lotta di Classe.

3 – La Crisi Economica del 1929

Ma i limiti e le incapacità della Borghesia Capitalistica e del libero mercato, nel generare automaticamente benessere e progresso, anche in situazioni che non hanno subito le distruzioni ed i travagli delle nazioni Europee della 1° guerra mondiale, si manifestano in un ennesimo evento che, si determina negli USA, ma sconvolge la vita economica e sociale di tutti gli stati del pianeta: la Crisi Economica del 1929.

Come descritto nel paragrafo 2, la 2° Rivoluzione industriale, dal 1900 al 1929 negli USA, fu un evento, non soltanto di grande crescita economica ma, grazie a straordinarie innovazioni tecnologiche ed alla dinamicità imprenditoriale degli USA, che ha cambiato il modo di vivere dell’umanità.

La popolazione degli USA passò da 76 Mil di abitanti nel 1900 a 121 Mil nel 1929, il PIL/abit. negli stessi anni aumentò da 272 a 826 $/anno, con un PIL pro capite che in meno di 30 anni si è triplicato, nonostante un aumento della popolazione di oltre il 50%, come si può constatare in fig. 3.

Ma questi sono solamente i dati economici bruti; in tale periodo negli USA, la gran parte delle persone e delle famiglie scopre un modo di vivere completamente nuovo:

  • L’Energia Elettrica: le invenzioni della corrente continua e di quella alternata danno luogo ad una rapida attività imprenditoriale che in un trentennio costruisce centrali, reti di distribuzione, contatori per misurare il consumo nelle industrie e nelle case. L’elettrificazione negli Stati Uniti è iniziata intorno al 1900 e nel 1930 circa l'80% della potenza utilizzata nell'industria era elettrica. La disponibilità dell’energia a costi accessibili diventano una realtà ampiamente diffusa per la società americana, le imprese e le case, principalmente nelle aree urbanizzate che vengono diffusamente elettrificate. Nel 1900 solo il 3% delle famiglie poteva disporre dell'elettricità, si arriva al 30% nel 1930; nel 1940 quasi tutte le famiglie urbane avevano l'elettricità.

Come primo risultato, è la rivoluzione della Luce: le case, le fabbriche, le città di notte possono svolgere le stesse attività che svolgono di giorno ….. ma non solo!

  • La rivoluzione dell’acqua potabile in casa: agli inizi del 1900 circa un terzo delle famiglie urbane aveva l'acqua corrente, tuttavia, la maggior parte non era trattata, inquinata da microrganismi e causa frequente di malattie. Nei primi decenni del secolo inizia la costruzione diffusa di impianti di trattamento delle acque, di nuove reti di distribuzioni, e di reti fognarie nei centri urbani. Il numero di famiglie nelle città con acqua corrente filtrata e potabilizzata aumenta dal 6,3% nel 1900 al 25% nel 1910 e 42% nel 1925. Nel 1908 le Jersey City Water Works nel New Jersey è stata la prima società a sterilizzare l'acqua con ipoclorito di sodio (candeggina) . La clorazione dell'acqua potabile è diventato comune nelle forniture di acqua urbani dal 1930 e ha contribuito ad una forte riduzione di molte malattie come: l' epatite A, febbre tifoide, il colera e la dissenteria. Negli Stati Uniti la mortalità infantile registra una rapida caduta durante questo periodo, anche se varia notevolmente tra i gruppi razziali e le condizioni socio-economiche: tra il 1915 ed il 1933 il tasso di mortalità infantile, per la popolazione bianca, è diminuito da 98,6 per1000 a 52,8 per 1000; per la popolazione nera da 181,2 per 1000 a 94,4 per 1000.

  • ·L’energia elettrica ed i motori elettrici consentono la diffusione di un numero sempre maggiore di Elettrodomestici: nel 1906 la lavabiancheria divenne elettrica, così il lavaggio della biancheria, una delle attività più impegnative per le madri di famiglia, con cadenza generalmente settimanale, finalmente può essere effettuata in maniera automatica, liberando le donne da questa fatica e dall’impegno di tempo che essa comporta.

Seguono i ferri da stiro elettrici, molto più pratici e veloci di quelli alimentati a carbone o simili; aspirapolvere semplificano alle donne le attività ed i tempi per la pulizia della casa.

Nel 1915, Alfred Mellowes, comincia a realizzare dei frigoriferi con un compressore che permette di creare il freddo in autonomia. L’idea piace tanto che tre anni dopo la General Motors acquista i diritti e inizia a produrli con il marchio Frigidaire;

La meccanizzazione e l’automazione che 150 anni prima, con le macchine a vapore avevano rivoluzionato le attività industriali, entrano ormai a modificare anche la vita di ogni famiglia, restituendo tempo e dignità principalmente alle donne!

· Un’automobile ad ogni americano: Il 1° ottobre 1908 il sogno di Henry Ford si realizza, nasce il Modello T, soprannominato “Lizzie”, è un’automobile semplice nel funzionamento e brillante nelle prestazioni, che raggiunge nella primavera del 1927 i 15,5 milioni di unità vendute; più eclatante degli elettrodomestici diventa la diffusione dell’auto nella società americana che automaticamente trascina in alto il mercato della benzina, il carburante indispensabile per fare funzionare le auto.

Nel 1926 ci sono negli USA 23,1 milioni di auto e 3,5 milioni di trucks: in grande sviluppo c’è anche il settore della costruzione di strade asfaltate e autostrade, negli anni '20-'30 il territorio americano diventò dunque un brulicare di cantieri dove si costruivano strade "carrozzabili" asfaltate per collegare fra loro città e paesi.

· Telefono: Prima del 1900 i telefoni sono stati utilizzati in primo luogo da parte delle imprese. Il numero di telefoni per 100 famiglie è stato di circa 2 nel 1900, ma il numero è cresciuto costantemente fino al massimo di 45 nel 1929, per poi scendere a 33 nel 1933. La commutazione telefonica automatica, che è stata introdotta nel 1892, ha eliminato la necessità degli operatori telefonici per collegare manualmente le chiamate locali su un centralino; nel 1929, il 31,9% del sistema Bell era automatico.

  • Radio: le comunicazioni radio che utilizzano il codice Morse sono state introdotte nel primo decennio del 20 secolo, il loro uso principale era per comunicare con le navi.

La tecnologia nelle radio avanza rapidamente: il triodo, tubo a vuoto, ha reso possibile la costruzione di amplificatori per la trasmissione e per i ricevitori wireless, con questa tipo di progettazione le Radio raggiungono un funzionamento soddisfacente, con un livello di rumore dei segnali molto inferiore. Dal 1920 le radio cominciarono ad essere prodotte e vendute in serie e le stazioni di trasmissioni commerciali si diffondono in tutto il paese.

E’ veramente difficile immaginare un cambiamento più significativo nella vita delle persone, come questo avvenuto nei primi 30 anni del XX secolo negli Stati Uniti d’America.

I nuovi sistemi di informazione e le possibilità di viaggiare diffondono la conoscenza dello stile di vita americano in tutto il mondo e questo diventa il modello da imitare, il sogno da inseguire!

Ma, strano a dirsi, nessun uomo politico degli USA o nessun imprenditore, artefice oggettivo di tale trasformazione, aveva la consapevole intenzione di provocare tale cambiamento o si sentiva eticamente impegnato a migliorare la qualità della vita dei propri concittadini: l’avverarsi di straordinarie innovazioni tecnologiche ed il desiderio di trasformare tali situazioni in grandi opportunità guadagno ed arricchimento sono l’unica reale driving force di tali straordinari eventi.

La politica degli USA nei decenni di questo boom economico è caratterizzata, in politica estera dall’Isolazionismo, non occuparsi di quel che accade al di fuori degli USA o in Europa, sin quando gli sviluppi della 1° guerra mondiale non le impongono di intervenire e di trarre grandi vantaggi da questa situazione.

In politica economica vige il liberismo:

  • priorità allo sviluppo economico interno,

  • sfruttamento delle risorse produttive,

  • minima ingerenza dello stato nell’imprenditoria privata,

  • libertà per la formazione delle concentrazioni industriali (trust-cartelli),

  • drastico taglio della tassazione,

  • abbattimento della progressività fiscale,

  • rafforzamento del $ Dollaro e pareggio del bilancio,

  • riduzione spese dell’amministrazione pubblica,

  • alte tariffe doganali contro le merci straniere,

  • difesa del mercato interno,

  • limitazioni e divieti verso l’immigrazione.

Ridurre la presenza dello Stato nell'economia ((Adam Smith), provvedimenti di Governo che si traducono negli ulteriori principi:

  • non deve fissare i minimi salariali,

  • non finanziare le agenzie di collocamento,

  • autorizzare perquisizioni nelle associazioni sindacali

Effetti culturali:

  • crescente ondata di nazionalismo

  • difesa dello «spirito americano» (puritanismo)

  • approvazione legislazione antisindacale

  • Ku Klux Klan, National Security League, National civic federation

In ogni caso nei primi decenni del XX secolo, questa straordinaria trasformazione industriale ed economica si traduce in una serie di effetti:

  • aumento medio dei salari: +30%,

  • aumento della redditività delle imprese: +76%,

  • sviluppo attività creditizia,

  • aumento dei consumi privati,

  • aumento della rateizzazione dei debiti (acquisti a margine).

Non tardano a manifestarsi, negli automatismi di questo sistema, importanti scompensi e disomogeneità del boom economico: nel 1929, 503 persone con reddito elevato hanno una quota di ricchezza pari a 615.000 operai; il 59% della popolazione vive con 2.000 $ /annui.

  • incremento indice Borsa di New York : 1920 ► 100 ; 1929 ► 452 (+300%)

  • incremento valore globale dei titoli di borsa: 1920 ► 27 miliardi $; 1929 ► 67 miliardi $

Le altre situazioni che costituiscono le cause di questa grande crisi sono:

  • ·la Banca centrale americana adottò una politica monetaria molto espansiva: nel 1920, i tassi di interesse erano del 6% all’anno, alla fine del 1927, erano già scesi al 3,5% :una riduzione del 42%. La continua creazione di moneta da parte della Federal Reserve permise alle banche di concedere in modo continuo e apparentemente illimitato prestiti ingenti agli speculatori, che usarono quei soldi a basso costo per acquistare azioni e poi rivenderle a prezzi molto più alti.

  • Nel febbraio del 1928, la Fed, spaventata da tutta quella febbre speculativa, invertì la sua posizione e, contrariamente alle aspettative, iniziò ad aumentare i tassi di interesse. Lo fece tre volte di seguito, in un periodo di 5 mesi, aumentò i tassi di interesse dal 3,50% al 5%. Può sembrare poco, ma questo aumento del 43% in 5 mesi fu sufficiente per fermare la follia speculativa. Con meno prestiti, la quantità di denaro nell’economia smise di aumentare, l’attività speculativa stessa perse la sua potenza. I prezzi delle azioni smisero di salire. Una correzione in borsa era inevitabile.

  • Per molti anni le quotazioni delle azioni a Wall Street cresceva senza prendere in considerazione l’effettivo andamento dell’impresa, sull’onda della speculazione e sulla convinzione che tale mercato dovesse essere perennemente in crescita; in realtà in molti settori si era giunti ad una saturazione del mercato ed i magazzini cominciavano a riempirsi di prodotti invenduti.

  • Ennesima goccia che contribuì ad innescare la crisi, quel 29 ottobre del 1929, uscì la notizia che l’allora presidente Herbert Hoover avrebbe implementato la tassa Smoot-Hawley, che avrebbe innalzato le tariffe di importazione di oltre 20.000 prodotti a livelli mai visti nella storia. Oltre a diminuire sostanzialmente le importazioni, ciò avrebbe generato una guerra commerciale e sarebbe diventato un colpo fatale al libero scambio.

Immediatamente i prezzi delle azioni delle società crollarono.

Queste oggettive contraddizioni, culminarono nella Crisi Economica del 1929 dell’economia degli USA che, pur avendo alle spalle anni di rilevante creazione di valore, in termini di prodotti realizzati e ricchezza creata, una oggettiva avanzata produttività industriale in tutti i settori, subì un arresto improvviso e determinò, per oltre 10 anni una crisi economica finanziaria di tutta l’economia degli USA a cui fece seguito un analogo collasso di altrettanta gravità in tutta l’economia Europea e del pianeta.

L’evidenza della crisi del 1929:

Il 24 Ottobre del 1929 (Giovedì nero) 13 milioni di azioni vennero vendute a prezzi notevolmente inferiori di quelli di acquisto; 16 milioni di azioni vennero liquidate quattro giorni dopo, il 29 ottobre (Martedì nero). Era il crollo della Borsa di Wall Street di New York. la Borsa brucia 24 miliardi di dollari, la metà del suo valore, e solo a metà novembre le quotazioni ritornano stabili.

Ma dal mercato della Borsa azionaria, la crisi si trasferì immediatamente alle banche, fortemente esposte per effetto dei crediti concessi agli operatori di borsa. I risparmiatori, intimoriti dalle possibili ripercussioni, preoccupati cominciarono a ritirare i loro depositi, dando luogo ad una vera e propria "corsa agli sportelli" (bank run). In queste circostanze, la Bank of the United States, ritenuta un colosso del tempo – contando sui depositi di oltre 400.000 risparmiatori – fu una delle prime banche a dichiarare bancarotta.

La crisi in breve tempo coinvolse il sistema delle imprese industriali che iniziarono a licenziare in massa i loro dipendenti, che a loro volta, rimasti senza reddito non riuscirono ad onorare una gran massa di acquisti effettuati a rate con finanziamenti bancari, generando un altro importante fronte di insolvenze bancarie: il sistema economico americano era in caduta libera! I fallimenti portarono a più fallimenti. La disoccupazione passò dal 3,2% nel 1929 al 23,6% nel 1932. Hoover cercò di contrastare la situazione aumentando notevolmente la spesa pubblica presentando un programma di importanti opere pubbliche ma la situazione resta gravissima almeno fino al1932, anno in cui negli USA si calcola che il 75% degli americani soffra la fame!

3.1 – La Grande Depressione al di fuori degli USA

La crisi del ’29 in America, l’innalzamento delle barriere doganali in questo paese, diedero inizio ad una grande contrazione del commercio internazionale, in aggiunta a ciò, le esigenze nazionali spinsero gli istituti finanziari degli Stati Uniti a richiamare i prestiti erogati all'estero (30 miliardi di dollari) estendendo gli effetti recessivi della crisi su scala mondiale.

Nel Vecchio continente la crisi di Wall Street ha conseguenze gravi in particolare in Germania e in Gran Bretagna, due paesi molto legati agli USA, dopo la guerra e le pesantissime clausole del Trattato di Versailles, la Germania e la Repubblica di Weimar erano state rimesse in moto dai piani di salvataggio americani Dawes e Young; tuttavia, l’ingente introito di capitali americani rende l’economia tedesca strettamente dipendente da quella americana. Con il tracollo azionario del 1929, in Germania e in Austria il sistema bancario collassa, dando il via ad una gravissima crisi monetaria e ad una inflazione galoppante, il crollo dell’economia tedesca e la conseguente diffusione della disoccupazione costituiranno due elementi fondamentali per la propaganda del Partito nazista di Adolf Hitler, che salirà al potere nel 1933.

Anche la Gran Bretagna deve fare i conti con la recessione: la sua spiccata vocazione commerciale e i suoi cospicui investimenti sia negli Stati Uniti sia in Germania la espongono infatti alle conseguenze dei giorni “neri” della Borsa di New York. L’allarme sulla solidità delle finanze inglesi che provoca un crollo della sterlina e molti investitori richiedono la conversione della moneta inglese in oro finché - una volta esaurite le riserve auree della Banca di Inghilterra - nel settembre del 1931 viene sospesa la convertibilità della sterlina e la moneta inglese viene fortemente svalutata.

A questo punto anche altre nazioni europee si trovano costrette a svalutare la propria moneta per non far perdere competitività alle loro merci: di fatto la conseguenza più evidente della crisi è una drastica riduzione del commercio mondiale e la spinta parallela alla creazione di mercati nazionali protetti e il più possibile autosufficienti.

La crisi si diffonde in tutto il mondo, con l’eccezione dell’URSS stalinista, colpendo tutti i settori, anche l’agricoltura, che non trova più sbocco per la propria produzione di beni.

La seguente tabella riporta gli indici della produzione industriale negli anni immediatamente seguenti la crisi del 1929, ponendo come riferimento a 100 il valore nel 1929.

La classe politica europea si trova sostanzialmente impreparata all’evento e lo affronta con gli strumenti classici, vale a dire perseguendo il pareggio di bilancio, tagliando il più possibile la spesa pubblica e aumentando le tasse. Queste misure non fanno però che peggiorare la crisi del mercato interno e far crescere ulteriormente la disoccupazione, aggravando così la situazione sociale di milioni di persone che hanno perduto ogni fonte di reddito e ogni speranza di un futuro migliore.

La contrazione del PIL interno e quella degli scambi internazionali alimentano un clima di nazionalismo ed isolamento che, specialmente nei due paesi europei dove sono al potere dei regimi autoritari, alimenta nel corso degli anni del 1930 la crescita degli investimenti in spese militari:

4 – Il New Deal negli USA

La svolta, anche in termini di fiducia e speranza, si avrà nel 1933 con la vittoria alle elezioni presidenziali di Franklin Delano Roosevelt, che si impegnerà fin da subito per la ripresa del paese, inaugurando una nuova politica economica e sociale che prenderà il nome di New Deal.

Questi provvedimenti erano in gran parte suggeriti dal “brain trust”, un gruppo di docenti universitari e ricercatori che aveva il compito di consigliare il presidente sulle scelte giuste per combattere la crisi: negli USA la Borghesia Capitalistica aveva il controllo completo della situazione politica, non c’erano scontri con i partiti socialisti e comunisti animati dalle tensioni sociali innescate dalla crisi né timori di sovvertimenti rivoluzionari. Nei Ruggenti Anni ’20 il capitalismo americano aveva inventato l’economia consumistica grazie alla produzione su larga scala di prodotti destinati ad una vasta platea sociale, operai, impiegati, classe media.

D’altra parte sia la classe imprenditoriale che quella politica non si era posta il problema di trattare i lavoratori in maniera diversa da quanto era già accaduto nella prima rivoluzione industriale, secondo i canoni del liberismo economico: minima ingerenza dello stato nell’imprenditoria privata, contrasto frontale con ogni tipo di organizzazione sindacale, difesa dell’arbitrio di determinare il salario sulla base della disponibilità della mano d’opera e del livello minimo del loro sostentamento, pieno arbitrio di assunzione e licenziamento.

La nascita, con la seconda rivoluzione industriale del 1900, di un’ampia gamma di Prodotti di Consumo, destinati all’acquisto di ampie fasce della popolazione, inclusi gli operai, determina l’inevitabile necessità di gestire adeguatamente i CONSUMATORI!

A prescindere, quindi, da ogni considerazione etica e di rispetto dei diritti umani e civili ed, indipendentemente dalle lotte e dalle conquiste sindacali delle classi lavoratrici, gli esperti economisti, incaricati dal presidente americano Roosevelt, per superare e scongiurare gli effetti della crisi economica del 1929, propongono allo Stato centrale di introdurre un’ampia gamma di normative per stabilizzare il Potere d’acquisto dei Consumatori ed evitare l’innesco, in caso di eventi puntuali di crisi economica, di drammatiche spirali involutive verso il collasso economico.

Per la prima volta il Social Security Act istituì per legge negli Stati Uniti un sistema di sicurezza e di protezione sociale, finanziato dai contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori nonché con i fondi del bilancio federale, che erogava contributi in caso di disoccupazione, vecchiaia e disabilità; il National Labor Relations Act del 1935, riconosceva il diritto dei lavoratori di discutere l'ammontare dei salari e di organizzarsi in sindacati liberi e indipendenti. La legge creò anche un ente che doveva impedire il ricorso delle aziende a pratiche di lavoro irregolari.

La politica del New Deal, sostenuta sia dai Repubblicani che dai Democratici degli USA, in nome della salvaguardia del potere d’acquisto dei consumatori, pose fine ad un caposaldo della teoria liberista, che sanciva la non ingerenza dello Stato nelle relazioni economiche della Borghesia capitalista e che tante sofferenza aveva provocato ai lavoratori al tempo della 1° rivoluzione industriale!

L'istituzione del Civilian Conservation Corps nel marzo del 1933, stabilì un altro caposaldo della moderna attività di gestione degli stati: lo Stato Imprenditore. Le finanze statali venivano impegnati per attività e scopi imprenditoriali, che non fossero solo quelli militari per gli armamenti, ma anche per la realizzazione di opere pubbliche di salvaguardia del territorio, dighe, scuole, ospedali, case popolari, tribunali. di interesse generale ed anche, come accadde in Italia con l’istituzione dell’IRI, di partecipazione a vere e proprie imprese industriali controllate dallo Stato.

Il brain trust propose con decisione anche fondamentali provvedimenti a tutela delle Istituzioni Finanziarie e Monetarie e delle Banche: la riforma monetaria portò ad abbandonare la parità aurea del dollaro statunitense e consentì alla FED di aumentare la quantità di moneta in circolazione nella speranza di far cessare la deflazione nel mercato interno e di stimolare le esportazioni.

Il Glass-Steagall Banking Act (1933) vietò alle banche commerciali di operare nel settore finanziario, per evitare che venissero utilizzati i depositi per fini speculativi; inclusa in questa legge, più precisamente nel Banking Act, fu prevista l'introduzione della Federal Deposit Insurance Corporation, che garantiva la copertura dei depositi dei singoli risparmiatori fino all’ammontare di 5000 dollari. Infine, con Il Securities and Exchange Act fu istituita una commissione di controllo sulle operazioni di borsa. Nella stessa legge era presente anche una norma che vietava le azioni speculative e la cessione di azioni senza il pagamento di almeno il 55% del valore della transazione.

Certamente la crisi del 1929 costituisce un’altra tappa fondamentale per l’evoluzione dell’Economia Capitalistica e determinanti sono state le analisi degli esperti d’ economia politica che hanno indicato il nuovo corso della politica degli Stati centrali, che meglio si confaceva alla nuova situazione economica e sociale. Nonostante questo, la crisi del 1929 crea le radici di drammatici sconvolgimenti nella maggior parte dei paesi del mondo e la sua evoluzione si conclude con la 2° Guerra Mondiale e gli avvenimenti che sono ancora nella memoria delle generazioni esistenti.

5 Conclusioni

Gli anni tra il 1900 ed il 1940 negli Stati Uniti d’America determinano le fondamenta del nuovo modo di vivere della specie umana, imperniato sulla scoperta dell’energia elettrica e sulla sua distribuzione capillare, sulla scoperta del motore a scoppio e sulla diffusione delle automobili che da mezzo di trasporto diventano un prodotto di massa.

Il corollario di entrambe queste innovazioni è la produzione e l’utilizzo su scala sempre più ampia del Petrolio e degli altri combustibili fossili.

La nascita di questo Nuovo Sistema Socio-Economico avviene negli USA per le particolari condizioni che si sono determinate in quest’area geografica e, certamente, sono anche la testimonianza dell’intraprendenza e della capacità imprenditoriale di una classe Borghese che ha gestito con energia e dinamicità le nuove opportunità che si sono venute a creare in questo paese.

L’American style of life diventa il riferimento per le popolazioni Europee e per tutto gli altri popoli della terra; ma, nello stesso tempo, questi stessi avvenimenti determinano la nuova configurazione del potere politico che la Borghesia Capitalistica degli USA, trasferisce su scala globale, nonché il dominio incontrastato di un ristretto numero di monopoli capitalistici su tre Settori Cardine dell’economia globale: Il Petrolio, con le altri fonti di combustibili fossili, la Produzione di Veicoli con motore a combustione interna, il Settore delle Banche d’affari, grazie ai proventi ed i profitti di cui tali monopoli possono disporre ininterrottamente da oltre cento anni!

Possiamo, dunque, parlare di Borghesia Capitalistica come classe dominante nella Politica delle Istituzioni di molte Nazioni della Terra, di Ideologia Liberale nella gestione delle economie di tali paesi ma quello che è certo che, senza alcun tipo di mandato, senza alcun consenso di massa, nell’autonomia e nella riservatezza dei Consigli di Amministrazione, di un ristretto numero di grandi aziende Monopolistiche e di grandi Banche, viene deciso dove investire enormi capitali che segnano i futuri percorsi della ricerca tecnologica e dei grandi business dell’umanità.

L’etica, come è sempre avvenuto nella gestione degli affari, ha avuto ed avrà influenza molto limitata, è ben certo che il modello di sviluppo che dal 1900 ad oggi ha coinvolto pienamente circa 1,5 miliardi di persone che abitano nelle così dette nazioni sviluppate, attende di essere adeguatamente esteso ad altri 3 – 4 miliardi di abitanti delle Nazioni in via di sviluppo ed è altrettanto certo che le riserve di petrolio e degli altri combustibili fossili sono ancora lontane dall’estinguersi.

Lo scopo di questa analisi è quello di identificare le caratteristiche specifiche del Nuovo Modo di Vivere dell’Umanità per come si è determinato negli USA all’inizio del 1900, ed in che maniera si è riconfigurato il processo economico, sociale e politico dominato dalla Borghesia Capitalistica in questo stesso periodo.

La comprensione di tale Processo fornisce per prima cosa una efficace chiave di interpretazione degli avvenimenti, purtroppo altamente tragici e determinanti per gli equilibri della civiltà umana, avvenuti con la 2° Guerra Mondiale ma anche di quanto è avvenuto successivamente sino ai giorni nostri, in particolare delle cause che hanno determinato e stanno dando luogo ad una nuova drammatica epoca anche per l’Equilibrio della Vita sulla terra: l’Era dell’Anthropocene!

Sulla base di tale consapevolezza è opportuno che vengano interpretate i dati e le analisi che riguardano l’impatto della civiltà umana sul degrado delle risorse naturali, sull’evoluzione dei cambiamenti climatici e sul disastro dell’inquinamento dei rifiuti di plastica nei mari della terra:

· L’ANTHROPOCENE – L’Era dello Sconvolgimento del Clima

· L’ANTHROPOCENE – Il Disastro degli Oceani.

Napoli, 07 settembre 2020

Vittorio Savarese